venerdì 23 luglio 2010

Una Variante di Salvaguardia per Grottaferrata. Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire!

Interviste, dichiarazioni e polemiche si accavallano a Grottaferrata sulla bocciatura al TAR del Lazio della Variante al PRG. La frittata combinata è di notevoli dimensioni e a sbatterne le uova è stato l’intero Consiglio comunale della scorsa legislatura grottaferratese, con qualche rara eccezione. È inutile sottolineare le enormi responsabilità della precedente maggioranza di centro destra con a capo l’ex Sindaco Ghelfi e l’ex assessore all’urbanistica Bosso, ma anche di quella parte dell’opposizione che ha fatto orecchie da mercante, malgrado fosse stata avvertita dai consiglieri della lista del Griniglio, del cul de sac dentro cui si stavano infilando.
Il TAR ha bocciato la Variante per evidente conflitto d’interessi di diversi consiglieri comunali, Sindaco Ghelfi compreso e, come se ciò non bastasse, per analisi territoriali non aggiornate e una cartografia ridicolmente vecchia. Insomma pare proprio che questa disgraziata variante sia stata condita con tutti gli ingredienti del pressappochismo e della stoltezza politica.

Fino ad ora hanno preso posizione per una variante di salvaguardia solo S.E.L. e Griniglio; gli altri, Sindaco compreso, glissano e prendono tempo. Brutte rogne per Sindaco e PD per l’evidente imbarazzo che crea la posizione del Vice - Sindaco Broccatelli, uno dei consiglieri in conflitto d’interesse che ha partecipato alla votazione della variante bocciata. Vedremo i posizionamenti. Bosso si dice amareggiato. Siamo al ridicolo, almeno abbia il pudore di starsene zitto. È il maggiore responsabile, insieme a Ghelfi dell’accaduto. Anche per lui dimettersi sarebbe l’unico gesto responsabile. E Rifondazione che dice? Silenzio imbarazzato, ma per quanto ancora?

Bisogna essere molto chiari. Prima questione. I consiglieri che hanno approvato quella variante, “pizzicati” in conflitto di interessi palese e che sono stati nuovamente rieletti alle ultime elezioni, devono, senza ulteriore indugio dimettersi. Sono politicamente impresentabili ed eticamente compromessi. Caro Sindaco Mori, qui si gioca tutta la credibilità della nuova maggioranza di centro sinistra; le chiacchiere stanno a zero.

Seconda questione. Non c’è tempo da perdere, necessita una Variante tecnica di Salvaguardia che congeli la situazione di fatto ed eviti i pericoli dell’assalto al territorio che le norme del vecchio PRG del 1972 consentirebbero. Per fare una variante di questo tipo, non serve incaricare un luminare e spendere esose somme di denaro. È sufficiente assumere quello che dicono il Piano Territoriale Paesistico (PTP), il Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR), che sono strumenti di pianificazione che si è data la Regione, e il Piano di Assetto del Parco che è uno strumento specifico che riguarda i Castelli Romani. Prendere queste indicazioni e metterle in bella non è un’impresa impossibile, tutt’altro. Ci può essere un rischio di approssimazione del dettaglio? Può darsi, ma sarebbe comunque un’approssimazione sbilanciata sulla tutela e quindi non ci si sbaglia. Poi, ma solo poi, si potranno ridefinire, con tutti gli aggiornamenti di analisi e cartografici, i contenuti di un nuovo P.R.G. anche con caute e specifiche ipotesi di edificazione ma che sia comunque fondato su valori e scelte ecologicamente sostenibili e nettamente contrarie a ipotesi genericamente edificatorie e soprattutto, lasciateci dire, che sia un PRG capace di evitare il conflitto d’interessi dei consiglieri che lo voteranno.

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