lunedì 27 giugno 2011

False promesse sui confini del Parco - Per il Comitato Falde Artemisio più di cambiale si tratta di assegno a vuoto!

Nella città di Velletri agisce uno degli avamposti più rumorosi del “partito del mattone”. Questo manipolo di “leghisti antiparchisti dell’Artemisio” ha recentemente affisso un manifesto sulla questione del Piano di Assetto e i confini del Parco.
Il manifesto è pieno di frescacce e balle grossolane. Quello che dà fastidio di certa gente è la mancanza di coraggio. Si nascondono dietro parole come “sviluppo” e “danneggiamento dell’economia” senza parlare chiaro. Per questi “valorosi” il danneggiamento dell’economia deriverebbe dal fatto che l’Artemisio è inserito nei confini del Parco e quindi non è possibile lottizzarne i boschi per costruire le solite villette. Noi, e con noi la popolazione dei Castelli, al contrario pensiamo che va fatto proprio questo; vanno cioè tutelati i boschi per difenderli dal massacro edilizio che ha provocato e provoca enormi danni ambientali.
E li provoca oggi, NON domani! Per fare un esempio attuale, se oggi l’acqua di Velletri ha livelli di arsenico altissimi e molto pericolosi per la salute dei cittadini, è anche e soprattutto perché le falde acquifere si sono abbassate notevolmente a causa dell’eccessivo prelievo, ed essendo fortemente diminuita l’acqua di falda la concentrazione di arsenico è andata fortemente aumentando. Ciò è accaduto a causa dell’eccessiva urbanizzazione e consumo di territorio che dunque ha già prodotto danni alla salute dei cittadini oltre che alla biodiversità. Continuare a costruire case, come propongono questi “messaggeri del profitto immobiliare”, significa continuare a provocare danni alla salute e al benessere dei cittadini oltre che all’Ambiente dei Castelli.
Il manifesto però, mette in luce anche un altro interessante aspetto della questione. Si tratta infatti di un regolamento di conti tutto interno alla destra, la quale in campagna elettorale ha promesso agli “antiparchisti veliterni” che avrebbe ridotto i confini del Parco sull’Artemisio. Una promessa alla quale i “nostri” hanno bellamente e ingenuamente creduto; una promessa che la giunta Polverini non è in grado di mantenere perché semplicemente non può farlo. I confini del Parco sono legge, confermata da TAR (Tribunale Amministrativo Regionale) e dalla Procura della Repubblica di Velletri. Per cambiare una legge ci vuole convinzione e forza politica: entrambe mancano alla giunta Polverini e questa cambiale, caro “Comitato Falde Artemisio”, non ve la salderà nessuno, nonostante qualche adunata a base di porchetta e vino!

lunedì 4 aprile 2011

Grottaferrata: troppe ambiguità nelle “Linee Guida” del nuovo Piano Regolatore

Il sindaco Gabriele Mori ha presentato le “Linee Guida” del nuovo Piano Regolatore di Grottaferrata, che si chiamerà P.U.G.C. acronimo che sta per Piano Urbanistico Generale Comunale.
Le vicende del Piano di Grottaferrata, come in genere quelle di tutti gli strumenti di pianificazione territoriale, sono lunghe e tormentate. Gli interessi in ballo sono enormi e il suolo troppo spesso è visto come una merce che, trasformata in costruzioni, può produrre colossali profitti a vantaggio delle lobby cementizie.
Come si ricorderà lo scorso luglio il T.A.R. (Tribunale Amministrativo Regionale) del Lazio annullò la nuova ipotesi di Piano adottata dal precedente consiglio comunale, quando Sindaco era Mauro Ghelfi. L’annullamento, oltre a provocare aspre e inevitabili polemiche, ha avuto come risultato quello di riportare in vita il vecchio P.R.G. (Piano Regolatore Generale) del 1972, vale a dire di 40 anni fa; un tempo infinito durante il quale Grottaferrata ha subìto profonde modificazioni del tessuto urbano e sociale non sempre, quasi mai per la verità, positive.

Il documento che raccoglie le “Linee Guida” è corposo: 136 pagine corredato da una decina di tavole.
Un documento molto tecnico, per addetti ai lavori, di complessa interpretazione, che lascia aperti diversi e significativi interrogativi (rapporto mc/abitante, valore della “perequazione”, edificazione nell’area Parco, valutazione della quota abusivismo).
È evidente che le linee guida non possono entrare troppo nello specifico dei provvedimenti, e proprio per questo sarebbe stato auspicabile presentare un documento più snello che esprimesse chiaramente senza ombra di dubbi, i contenuti delle scelte di gestione territoriale. Se si vuole far capire chiaramente dove si intende andare a parare, quale futuro disegnare per la città, sarebbe stato meglio produrre un documento breve, esplicito nelle finalità, comprensibile da tutti, addetti e non addetti ai lavori, con la descrizione dei contenuti essenziali che non siano interpretabili ma rigorosamente dichiarati.

Il Sindaco Mori preferisce invece restare nel generico inviando segnali “doppi”. Da un lato rassicurare le componenti della sua amministrazione più attente al territorio, rifondazione comunista e alcuni consiglieri della maggioranza: parlando di edificazione zero, attenzione agli strumenti sovracomunali (vedi Piano di Assetto del Parco), social housing (case popolari). Dall’altro inviando messaggi rassicuranti al “mondo del mattone” in genere, parlando di perequazione, concertazione con il Parco, previsioni di espansione e incrementi demografici, che non sono stati, forse, volutamente definiti.
Il documento ci sembra piuttosto ambiguo; può voler dire tutto e il contrario di tutto. Verrebbe da dire un documento “democristiano”; e d’altra parte il “brodo primordiale” di Mori lì sta.

Per fare un P.U.G.C. si valuta possano occorrere due, o forse più realisticamente, tre anni. Per tutelare veramente il territorio senza tanti bizantinismi e furberie, si può in tre, massimo sei mesi, approvare una Variante di Salvaguardia che individui le aree più pregiate del territorio di Grottaferrata come Tuscolo e Molara inserite nel Parco e il Vallone e Valle Marciana e salvaguardarle totalmente. Poi avviare gli studi propedeutici alla realizzazione del P.U.G.C. e un processo partecipato che disegni i contenuti del Piano e del futuro di Grottaferrata. Non c’è tanto da dire, basta far propri gli strumenti di pianificazione sovraordinata. Non dimentichiamoci che il Comune di Grottaferrata ha perso tanto tempo a mettersi di traverso al Parco, rimediando soltanto sconfitte al T.A.R. dove ha ricorso e dove ha perso. Si vuole prendere atto di questo fatto? Continuiamo a sentir parlare da parte di Mori di “diritti di edificazione acquisiti”. Non esiste alcun diritto acquisito. Il T.A.R. si è espresso chiaramente sul diritto del Parco di tutelare secondo primarie esigenze ambientali il territorio e l’Ente di tutela ha già espresso il suo no ad edificazioni. Non c’è altro da aggiungere.

Consigliamo le componenti più sensibili del Consiglio comunale, le associazioni e i cittadini di Grottaferrata di stare all’erta e di sollecitare la “Variante di Salvaguardia”. Gli interessi della “lobby del cemento” sono molto forti e purtroppo trovano sponde trasversali nelle diverse componenti della politica, di destra e di sinistra. Il Partito Democratico non brilla certo per l’efficacia della sua azione di opposizione al disegno politico della destra regionale, sembra piuttosto crogiolarsi nel suo congenito moderatismo che rischia di trasformarsi in “collaborazionismo”.

Vi invitiamo a vedere questo video

sabato 26 marzo 2011

26 Marzo Manifestazione per l'acqua e contro il nucleare

Untitled from cannuccia on Vimeo.


Il corteo partirà da Piazza della Repubblica alle ore 14.00 per concludere in Piazza San Giovanni
Per dire che un’altra Italia è possibile.

lunedì 21 marzo 2011

Suolo consumato

- Ogni anno in Italia vengono consumati 500 chilometri quadrati di suolo; in pratica nasce una città come Milano ogni quattro mesi.
- Tra il 1990 e il 2005 la Superficie Agricola Utilizzata (SAU) si è ridotta di 3 milioni e 663 mila ettari; un'area vasta quanto la somma di Lazio e Abruzzo.
- In quindici anni è stato degradato o edificato il 17,06% del nostro suolo agricolo.
Dal 1956 al 2001 la superficie urbanizzata del nostro Paese è aumentata del 500%; un consumo di 244.000 ettari l'anno.
- Ogni giorno in Italia vengono cementificati 161 ettari di terreno.
- Nel 2007 si sono registrate in Italia 732.157 nuove costruzioni.
- Dal 1995 al 2006 il consumo di suolo ha raggiunto la cifra di 750.00 ettari, pari alla superficie dell'Umbria.
- Nel periodo 1995 - 2006 i Comuni italiani hanno rilasciato in media permessi per costruire per 3,1 miliardi di metri cubi, pari a oltre 261 milioni di metri cubi l'anno. Di questi la quota di edilizia residenziale rappresenta il 40% del costruito.
- Negli ultimi tre anni si è giunti a 284 milioni di metri cubi e la quota residenziale è salita al 45,2%.
- Negli ultimi undici anni dal 1991 al 2001 l'Istat ha registrato un incremento delle superfici urbanizzate del 15%, ben 37,5 volte maggiore del modesto incremento demografico degli stessi anni che è stato dello 0,4%.
- Dal 1999 al 2007 sono state censite in Italia 482.272 aree franose, per 21.000 chilometri quadrati di territorio equivalenti al 7% del territorio nazionale. Si tratta di ben 37.000 frane l'anno.
- Secondo il rapporto ISPRA 2009, negli ultimi sette anni i danni provocati da un uso del suolo non rispettoso delle sue vocazioni naturali ha prodotto danni per almeno 5 miliardi di euro.

Questi ed altri dati danno l'idea di quanto sia urgente attuare politiche di tutela del Suolo in Italia. Malgrado i danni provocati da decenni di scellerata politica di gestione dei suoli, i nostri governanti paiono non accorgersi di nulla. Al contrario il governo Berlusconi si è inventato uno strumento che addirittura anticipa condoni edilizi: il famigerato PIANO CASA.
Scrive Salvatore Settis nel suo libro "Paesaggio Costituzione Cemento" Einaudi 2010: "La legge (sul Piano Casa ndr) è concepita come un condono preventivo, che non solo legittima e depenalizza, ma incoraggia ciò che fino a ieri era reato, consegnando città e paesaggio al partito del cemento...". Che è un partito, aggiungiamo noi, trasversale perché sia le regioni governate dalla destra sia quelle governate dalla sinistra hanno tradotto le proprie leggi sul Piano casa con la stessa logica declinata alla moltiplicazione del consumo di suolo. È avvilente come destra e sinistra condividano, con poche eccezioni, la cieca difesa del profitto e della rendita fondiaria. Un suicidio ambientale e culturale di cui sembrano non avere la minima consapevolezza.
Ognuno di noi cittadini può fare qualcosa, come una firma all'appello del Comitato "Salviamo il Parco", e non votando, alle prossime elezioni amministrative, candidati Sindaci collusi con il partito del cemento o che non prendano chiaramente posizione per dire NO al Consumo di Suolo.
Tante piccole cose, tanti piccoli gesti possono fare una cosa grande e produrre cambiamenti significativi.

giovedì 17 marzo 2011

Parco dei Castelli Romani: bugie e furberie

Il Commissario Orciuoli, "attendente" dell'assessore regionale all'Ambiente Mattei, ha avuto l'impudenza di esternare mendaci dichiarazioni sulla stampa. Ci sembrava che il Parco dei Castelli Romani giacesse profondamente addormentato, vista la totale inconsistenza della sua azione, da quando l'Orciuoli ne aveva assunto la guida, e invece... sorpresa sorpresa, ecco questa "alzata di capo": "finalmente dopo anni di lacrime e sangue, quando il parco galleggiava con appena 200mila euro, Mattei e Polverini raddoppiano i quattrini per il Parco" e giù giaculatorie e salamelecchi ai due improbabili virtuosi governanti.

lunedì 7 marzo 2011

Castelli Romani. Comitato per la difesa del Parco

COMUNICATO STAMPA DEL 7/03/2011

GIÙ LE MANI DAL PARCO!
Partono le azioni per fermare il degrado del territorio e per difendere il Parco
dei Castelli Romani.
A seguito del commissariamento del Parco dei Castelli Romani e della riduzione dei fondi per la protezione del territorio e per la gestione dei Parchi da parte della Regione Lazio, le associazioni ecologiste e culturali del territorio dei Castelli Romani hanno costituito il Comitato per il Parco dei Castelli Romani.
Il Comitato organizzerà numerose iniziative nei prossimi mesi, la prima delle quali riguarda una raccolta firma tra gli abitanti dei Castelli Romani per richiedere agli amministratori pubblici:
1. Opzione zero dell’edilizia residenziale
2. Mantenimento dell’attuale perimetrazione del parco
3. Approvazione da parte della regione del piano di assetto del parco
4. Approvazione del decreto di nomina dei rappresentanti del consiglio direttivo del parco.

La crescita esponenziale di residenze abitative ha portato gli abitanti dei Castelli Romani a circa 400.000 persone (dati 2008). Una crescita demografica assolutamente anomala e unica in Italia che ne fa la seconda area urbanizzata del Lazio e la undicesima in Italia. La domanda di servizi di questi nuovi abitanti dei Castelli Romani ha determinato situazioni di assoluta emergenza ambientale.
Il sovrasfruttamento delle risorse idriche ha fatto sì che l’acqua, oltre a diventare insufficiente, sia anche inquinata da arsenico, manganese e fluoruri, visto che ormai è necessario scavare i pozzi sino a 400 metri. Il livello delle acque del lago Albano è sceso di oltre 6 metri e continua a scendere ad un ritmo di 30 cm/anno. L’eccessivo traffico veicolare crea seri problemi alla vivibilità delle città, come l’inquinamento da polveri sottili, quello da rumore, l'inagibilità dello spazi urbani e lo stress degli automobilisti che impiegano ore per recarsi al lavoro o per trovare un parcheggio libero. La sovrapproduzione di rifiuti urbani ha saturato le discariche creando la minaccia della costruzione di inceneritori e il progressivo inquinamento del suolo e della falda idrica. Altra emergenza è lo stato di degrado di alcuni centri storici e di aree archeologiche di alto pregio.
Noi riteniamo che occorre fare qualcosa per fermare questa deriva. È urgente porre fine ad una gestione territoriale basata pressoché esclusivamente su un asfissiante “sviluppo edilizio” e quindi, oltre a invitare le associazioni ambientali e culturali ad aderire al comitato, invitiamo tutte le persone che hanno a cuore la salvaguardia dell’ambiente dei Castelli Romani a firmare la petizione.
Allo stato di degrado ambientale contribuiscono piccoli e grandi scempi come la costruzione nata a pochi passi dalla Zona Umida della Doganella o ai palazzoni intorno al lago Albano. E’ un danno immenso agli ecosistemi dei Castelli Romani già così degradati dalla forte urbanizzazione e dai danni causati dall’inquinamento. Le aree naturali da proteggere sono, ad esempio, l’area della Doganella che è stata inserita, insieme all’adiacente bosco del Cerquone, nella lista europea dei
siti naturali di importanza comunitaria grazie alle specie animali e vegetali presenti.
Altri habitat naturalistici sono in pericolo come le famose Piagge di Nemi e il Vallone tempesta, il Monte Artemisio, il Bosco del Cerquone, i campi di Annibale, gli scopiglieti dei pratoni del Vivaro, il lago Albano e quello di Nemi. Tutto questo patrimonio è inserito nel perimetro del Parco Regionale dei Castelli Romani e in questi anni solo la legge istitutiva del Parco e la sua perimetrazione ha impedito la cementificazione del cuore verde dei Castelli Romani, dove sono ancora presenti animali e piante preziose che, con il loro ciclo vitale, difendono il suolo e le falde idriche così provate dallo sfruttamento dell’ambiente.

Per informazioni: comitatocastelliromani@gmail.com

martedì 22 febbraio 2011

Mattei, Piano Casa e Convegni abusivi: quando la politica non sa dove sta di casa

Mentre in Italia con il Piano casa il governo e molte regioni puntano ancora sullo "sviluppo edilizio" come "volano della crescita", in altri paesi, molto più lungimiranti, si investono intelligenze e risorse per creare l'abitazione che produce più energia di quanta ne consumi. Stiamo parlando della Germania dove si sta sperimentando un progetto che si chiama Energie-Plus Haus. L'idea tedesca combina bioedilizia, efficienza energetica e design architettonico per ottimizzare i benefici delle fonti rinnovabili. Le pareti esterne sono coperte da pannelli fotovoltaici e a fornire energia e riscaldamento ci pensa anche una pompa per l'assorbimento del calore della terra. Tutti i materiali utilizzati per costruire l'edificio sono completamente riciclabili.
L'energia autoprodotta da questa abitazione, usata in modo efficiente, è comprensiva anche di quella necessaria alla ricarica dell'auto elettrica. Un progetto in cui il governo federale ha deciso di investire circa 3 milioni di euro. Un investimento per il futuro, economico ed energetico, di quel Paese, che ha una classe dirigente seria e preparata.

Nel "Berluskistan" invece, in questa sperduta provincia dell'occidente, si punta ancora sul mattone, sui "Piani Casa" per consumare suolo e futuro. I Piani Casa sono delle scellerate politiche che in barba a qualsiasi norma consentono di "ampliare" anche del 35% le volumetrie della propria abitazione. Ma il mercato dell'edilizia è fermo come ferme, immobili, vecchie sono le idee di chi ci dovrebbe governare e non sa (o non vuole) farlo. Altro che sperimentazione e ricerca... i nostri amministratori e governanti non sanno neanche dove siano di casa.
Qui nella desolata "landa laziale" ci sono alcuni però che amano ancora “ricamarci su”, raccontando frottole ed elogiando un Piano casa regionale che - a loro dire - spalancherà le "Verdi Praterie di Manitù" della crescita e dello sviluppo ("sostenibile" secondo loro). In realtà la legge sul Piano Casa proposta dall'attuale Giunta di destra della Regione Lazio prevede la possibilità di un aumento della cubatura del territorio regionale di ben 80 milioni di metri cubi, di cui 40 solo a Roma, tutti non pianificati, fuori da ogni previsione dei Piani regolatori. Si potrebbero perdere oltre 1.500 ettari di territorio pregiato nei parchi, 500 ettari di aree agricole, oltre 3.000 ettari di aree attualmente destinate a verde e servizi.
D'altra parte se è stato collocato a capo della Commissione Ambiente regionale un costruttore come Roberto Carlino si poteva forse sperare in qualcosa di meglio? È come nominare Dracula presidente dell'AVIS! Sembra una barzelletta ma non lo è!

Tanto per farvi fare due risate (amare risate), vogliamo raccontarvi un ultima perla. Il PDL ha organizzato un convegno sul Piano casa regionale. Il convegno si è svolto sulla via dei Laghi ai Castelli Romani, nel territorio del Parco. L’ospite di rango del convegno è stato l'assessore all'Ambiente regionale, ex sindaco di Albano laziale, Mattei, che giocava in casa dunque. La cosa carina è che il convegno si è svolto in un nota villa che si affaccia sul lago di Castel Gandolfo, villa che negli anni recenti era stata già sottoposta a sequestro parziale, da parte dei guardiaparco, di alcune opere realizzate abusivamente.
Non solo ma il giorno dopo il Convegno, i Guardiaparco del Parco dei Castelli Romani, su ordine della Procura di Velletri, hanno sequestrato l'intera Villa per abusi edilizi reiterati.
Straordinario! Il PDL, dove va a tenere un convegno sull'edilizia? Ma in una Villa abusiva, naturalmente! Lapsus freudiano o scelta consapevole connaturata al disastro etico di questo partito? Abbiamo l'impressione che forse, pur volendo, non potevano proprio agire diversamente. È... più forte di loro.

Ma possibile che un assessore all'Ambiente, quindi anche ai Parchi, non sia informato del fatto che partecipa ad un convegno sull'edilizia in una Villa abusiva all'interno di un'area protetta? Che i "suoi" guardiaparco il giorno successivo al convegno avrebbero, come poi accaduto, posto sotto sequestro (e non è la prima volta che lo fanno) la villa stessa? Ma l'assessore Mattei non è stato informato preventivamente di tutto ciò dal suo amico Orciuoli, commissario del Parco nominato proprio da Mattei, con il preciso scopo di imbavagliare e dunque zittire l’azione del Parco? Che fantastica accoppiata!
Non solo, ma orgogliosi del bel convegno organizzato, il PDL ha messo su youtube il filmato dei lavori dell'incontro. Un sfilata di campioni degli "amici del mattone" riuniti in un contesto - abusivo - che ben li rappresenta. Bah... questo passa il convento.

venerdì 18 febbraio 2011

ACEA distribuisce ai Castelli Romani acqua non potabile

E' di fronte agli occhi di tutti la progressiva perdita di volume delle acque dei laghi castellani; questo fenomeno misura l'abbassamento della falda e la crisi idrica del nostro territorio. Che ciò sia dovuto ad un eccesso di captazione e ad uno squilibrio tra consumi pubblici e privati, domestici, agricoli e industriali, rispetto alla capacità di rigenerazione naturale delle falde, è altrettanto evidente.

Tra il 2003 e il 2005 cominciarono a circolare semi clandestinamente i risultati di analisi che davano quantità preoccupanti di elementi nocivi nelle acque potabili: arsenico fino a 80 microg/lt e fluoro fino a 4 millig/lt, quando dal 2001 i limiti massimi erano stati fissati a 10 microg/lt per l'arsenico e a 1,5 millig/lt per l fluoro. Sono passati sei anni di deroghe che probabilmente abbiamo pagato in termini di patologie specifiche e no. Siamo passati dalla gestione casareccio-clientelare di comuni e consorzi (Simbrivio, Doganella) a quella industriale, ma altrettanto clientelare di ACEA-Caltagirone, e sempre alle deroghe stiamo! Stavolta la sponda è la Commissione Europea, dopo che la Polverini ha emanato l'ultima deroga sul vanadio nel maggio scorso. La Commissione Europea però, il 28 ottobre 2010, ha respinto la richiesta di deroga.

Sia i nostri dati che quelli di ACEA confermano lo sforamento dei livelli di legge per tutto il 2010 ed anche per il primo mese del 2011, per ampie fasce di territorio. La circolare ultima dell'assessore regionale all'ambiente Mattei, circa una presunta accettabilità del limite di 20 microg/lt per l'arsenico è del tutto priva dei fondamento e vìola apertamente le disposizioni della Commissione Europea. ACEA sta stracciando gli standard di servizio più basilari.

VENERDI 18 FEBBRAIO ORE 21 - c/o centro anziani di Pavona via Roma -

ASSEMBLEA PUBBLICA

VENERDI 25 FEBBRAIO ORE 11 piazzale Ostiense Roma davanti sede

ACEA spa PRESIDIO MANIFESTAZIONE

www.noinceneritorealbano.it

sabato 5 febbraio 2011

Il suolo minacciato

Non sappiamo quanti hanno avuto modo di visionare il film-documentario che abbiamo inserito qualche giorno fa sul blog “Il suolo minacciato” di Nicola Dall’Olio.
Pur presentando immagini relative alla pianura padana, i ragionamenti, le considerazioni, le riflessioni che si svolgono, hanno una valenza generale. Il racconto è saggio, autorevole, appassionato; e di grande interesse.
Ormai chi ci segue conosce il nostro punto di vista, il tasto sul quale ci interessa insistere: la difesa dell’integrità del territorio, del suolo, del paesaggio e di conseguenza della cultura che lo permea. Parte tutto da qui. I problemi della salute, degli inceneritori, dell’acqua all’arsenico, del traffico caotico, in una parola la qualità della nostra vita, concretamente qui, nei Castelli Romani (ma non solo) partono tutti dall’aggressione che da decenni, senza soste, continuiamo a perpetrare sul nostro territorio, scambiando tutto ciò come “sviluppo” e “benessere”. Siamo convinti che se come cittadini non diventiamo consapevoli di quanto sia prezioso il nostro territorio e di quanto sia importante difenderlo in prima persona facendo qualcosa, il futuro prossimo e soprattutto quello dei nostri figli sarà segnato.
Abbiamo voluto estrapolare alcune riflessione che l’urbanista Edoardo Salzano ha fatto e che sono contenute nel filmato “Il suolo minacciato”. Parlano una lingua che capiamo, dicono cose che condividiamo. Ve le proponiamo.

sabato 22 gennaio 2011

TAR del Lazio: ancora un pronunciamento a favore del Parco

Ennesima sentenza del Tribunale Amministrativo del Lazio ed ennesimo esito favorevole per il Parco dei Castelli Romani. Questa volta si tratta di una vicenda che vede l'Ente Parco formulare parere negativo su un progetto presentato da una società privata che voleva costruire un edificio commerciale in territorio di Rocca Priora.

Il contendere è sempre lo stesso. Alcuni soggetti - privati direttamente interessati, speculatori e immobiliaristi, alcuni Sindaci e politici conniventi - ritengono non validi gli attuali confini del Parco (15.000 ettari) approvati in via definitiva dal Commissario ad Acta nominato dalla Regione Lazio Arch. Ravaldini nel 1998. Vorrebbero dunque che il Parco svolgesse la sua azione di tutela, competenza e controllo solo sui vecchi e superati confini provvisori (9.000 ettari).

venerdì 14 gennaio 2011

Referendum sull'acqua e sul nucleare: si vota!

La Corte Costituzionale ha ammesso ieri due dei quesiti referendari proposti contro la privatizzazione del servizio idrico dai movimenti per l'acqua, e uno per la cancellazione dei provvedimenti che prevedono il rilancio del nucleare in Italia. Adesso spetta al Presidente della Repubblica indire il referendum in una domenica compresa tra il 15 aprile ed il 15 giugno, come previsto dalla legge.
Leggete tutto l'articolo pubblicato dal sito di informazione ambientale www.ilcambiamento.it

lunedì 10 gennaio 2011

A proposito di acqua all'arsenico

"Derogolandia" questo dovrebbe essere il nome del nostro paese; un paese nel quale la deroga è uno dei cardini della gestione amministrativa. Si deroga di tutto e su tutto e anche per l'Acqua non si applica questo "modus operandi"! I nostri governanti sono fenomenali, non si riesce a capire se ci fanno o ci sono.
Vediamo di capirci.
Nell'acqua che utilizzano oltre 1 milione di cittadini italiani distribuiti in 128 comuni, le concentrazioni di arsenico sono particolarmente elevate. La direttiva della CE 98/83 sancisce i limiti entro i quali l'acqua utilizzata per usi alimentari può ritenersi potabile. Questi limiti - 10 microgrammi per litro - non sono determinati per capriccio ma perché stabiliti a seguito di studi scientifici, dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dal Comitato scientifico dei rischi sanitari e ambientali. Il superamento di detti limiti - fino a 20 microgrammi per litro - può essere accettato esclusivamente per un periodo limitato, altrimenti "si determinerebbero rischi sanitari superiori, in particolare alcune forme di cancro." L'Italia aveva già ottenuto due deroghe e alla terza richiesta l'Unione Europea ha detto basta. Stavolta i nostri prodigiosi governanti prevedevano di portare i limiti a 50 microgrammi per litro, perché questa è la situazione nella quale si trovano a consumare l'acqua i cittadini di quei 128 comuni.
L'arsenico nell'acqua supera i limiti di concentrazione? E che problema c'è! Chiediamo una deroga che sposti i limiti a livelli superiori e stiamo a posto! Così un'acqua avvelenata, che i cittadini tra l'altro pagano, non lo è più per "deroga di legge" Fantastico no!
Beh davanti a ragionamenti di questa natura - se così possiamo definirli perché in realtà sono delle porcate belle e buone - che vogliono far passare per normale anche il paradossale - appare in tutta la sua evidenza la scelleratezza dei nostri governanti.
Un decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri dello scorso 17 dicembre, ha dichiarato lo stato di emergenza in alcuni comuni del Lazio in conseguenza del superamento del limite di arsenico presente nell'acqua per uso pubblico. Volete sapere quali sono questi comuni posti in stato di emergenza? Non è dato conoscerli perché per misteriosi motivi sono stati secretati!
That's all folks!

P.S. guardatevi il video a lato

giovedì 6 gennaio 2011

È nato il Comitato in difesa del Parco dei Castelli Romani. Invitiamo tutti ad aderire

Si è costituito recentemente il "Comitato in difesa del Parco dei Castelli Romani". Diverse associazioni hanno aderito ed anche il nostro blog "picchioverde". Il Comitato in difesa del Parco dei Castelli Romani è nato a seguito di due fatti concomitanti: il dimezzamento del finanziamento destinato al funzionamento del Parco e la quasi contestuale nomina politica di un Commissario che si è subito dimostrato inadeguato a gestire l'Ente approvando prima e revocando subito dopo la delibera di bilancio previsionale 2011 e successivamente adottando una nuova delibera con un bilancio ridicolmente gonfiato di entrate totalmente inventate.

Il commissario è quello che è: un amico personale dell'assessore regionale all’Ambiente Mattei messo al Parco per bloccare la politica di tutela del territorio. Basta vedere quello che sta accadendo in questo periodo: il Parco è completamente fermo, come affetto da letargia. È stato nominato un direttore che non si sa se esista veramente perché, al di là di un comunicato stampa di presentazione, sembra un ectoplasma; non è mai presente.

mercoledì 5 gennaio 2011

Castelli Romani: una politica locale sciatta ed incolore

Sul piano della politica nazionale si fa fatica a leggere ciò che differenzia la proposta politica del centro destra da quella del centro sinistra. Intendiamo oltre la deriva populista del "berlusconismo". Questa mancata "percezione della differenza" la si deve soprattutto al congenito moderatismo del Partito Democratico che ha smarrito il senso e la forza per rappresentare l'alternativa democratica del Paese.
Se sul piano nazionale si fatica a percepire la "differenza", sul piano locale nei Castelli Romani e nei Comuni che ne fanno parte, questa differenza ormai non c'è più da un pezzo. Amministrazioni di centro sinistra e di centro destra sono indistinguibili. Si caratterizzano entrambe per una gestione incolore del governo locale, e per una pervicace adesione agli interessi dei mercanti del mattone. Questo il quadro generale.
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