lunedì 12 luglio 2010

I parchi del Lazio saranno commissariati. Anticipiamo di qualche settimana quella che ormai è una notizia certa

Che significa? Che la politica regionale non rispetterà la legge che lei stessa si è data. Invece di insediare i vertici dei parchi attraverso procedure che prevedono il coinvolgimento del Consiglio Regionale, dell’assemblea eletta dai cittadini, le investiture saranno fatte direttamente dalla presidente Polverini. E amen.

Una sindacalista prestata alla politica che sembrava avesse una sua schiettezza; parlava chiaro; disprezzava i politici di professione; non aveva rubato: una marziana? Alla luce dei fatti costruiva un percorso di consenso seguendo i consigli di qualche callido spin doctor, che le aveva ingiunto di smarcarsi dalla politica, prima delle elezioni. Dopo, la mistica del potere si è sciolta nell’egemonia sottoculturale dettata dalle segreterie dei partiti (e organizzata dall’apposito assessore-notaio, che in questo caso di nome fa Mattei). È sì, perché non è che può fare tutto lei: aumentare Irap e Irpef (regionali); segare ospedali e posti letto; mandare a casa tutti i vertici delle Asl; aumentare presidenti e commissioni regionali; presenziare due Consigli regionali in quattro mesi. Insomma che volete?

Il senso civico sarà sostituito dal senso cinico e nessuno si potrà scandalizzare troppo se l’Italia è ormai uno dei paesi più corrotti d’Europa. Nell’ultima classifica di Transparency International siamo scesi di altre otto posizioni e ora Roma è sotto Ankara, anche se per adesso è ancora sopra Atene!
In pratica per i parchi saranno nominati dei Commissari straordinari, così straordinari che è facile prevedere resteranno in carica almeno per un anno o due (giusto il tempo per sistemare i nuovi vertici delle Asl, dove stanno i soldi veri).

Tutti i meccanismi democratici che garantiscono partecipazione e trasparenza saranno accantonati, ma non basta. Il dato più “fastidioso”, per così dire, è che ricalcando un copione purtroppo piuttosto logoro e di stretta osservanza correntizia, è assai probabile che i commissari straordinari saranno scovati nelle quarte file dei partiti, fra trombati e amici di cordata. Quindi i requisiti in genere saranno più l’appartenenza che la competenza. Se poi le cose nei parchi non funzioneranno benissimo, se ci sarà qualche piccolo spreco, qualche lentezza burocratica, qualche inefficienza, sappiamo perché.
Agendo così la nostra presidente corre il rischio di scambiare la cosa pubblica con sé stessa, la politica con il potere, il governo con il dominio.
Ma siamo o no un Paese provvisorio fondato sulla deroga?

Le segreterie dei partiti saranno certamente garanti degli equilibri e dell’andamento del sistema. Un sistema che però girerà per dare spazio a chi lo guida in questo modo, non per offrire un servizio ai cittadini né tantomeno per tutelare l’ambiente. Pazienza se ci sarà un altro piccolo abbassamento della soglia della dignità collettiva. Dopotutto si tratta di delitti non penali, ma civili. Delitti di indecenza, di sciatteria, di volgarità politica.

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