lunedì 5 luglio 2010

“Tempo di crisi” il nuovo libro del filosofo Michel Serres


“Tutti conoscono e molti sanno analizzare la cause prossime della crisi finanziaria che attualmente sconvolge il casinò della banca e possono anche individuarne alcuni responsabili. Non vorrei riprendere ciò che i media ripetono tutti i giorni. Non sono un economista né un esperto di finanza. Penso semplicemente che lo scarto tra l’andamento volatile della borsa e la realtà, più pesante e lenta, del lavoro e dei beni, scarto misurabile in euro e percentuali, equivalga alla distanza immensa che oggi separa lo spettacolo mediatico-politico da una nuova condizione umana.”

Il nuovo saggio del filosofo Michel Serres, edito da Bollati Boringhieri riporta questo brano in copertina, che indica i contenuti del libro. “Tempo di crisi” ne è il titolo e, come si intuisce, non si tratta tanto di una analisi delle ragioni economiche o finanziarie che stanno alla base della crisi attuale; queste rappresentano solo quello che Serres definisce con una metafora “un corrugamento sul suolo” che diviene negli anni “a forza di terremoti… una larga crepa nel paesaggio… che nasconde una faglia gigante al livello degli strati bassi, che si rompono negli abissi tettonici”.

Il libro indaga le ragioni profonde di una crisi che è una crisi del rapporto tra uomo e mondo; lo smarrimento del senso di una relazione. Istituzioni sociali e categorie interpretative sono arcaiche, non funzionano più. L’uomo ha sempre pensato la natura (il mondo) come infinita nella sua potenza. Al confronto l’uomo appariva debole e soccombente. Non è più così: “l’immagine si rovescia, sappiamo ormai che siamo infiniti, nella ragione, nella ricerca, nel desiderio e nella volontà, nella storia e nella potenza, persino nel consumo, e che la natura, di fronte a noi, è finita.

Il mondo è "finito", il pianeta ha dei limiti e l’uomo si comporta come se così non fosse, come se il pianeta terra, con le sue risorse e i suoi “biodiversi” abitanti, fosse inesauribile. E la terra, ribattezzata da Serres “Biogea”, ferita si ribella, grida e le sue grida sono: fusione dei ghiacci, esondazioni, uragani, pandemie infettive.

L’uomo si è sempre confrontato, spesso scontrato, solo con se stesso, opinione contro opinione, stato contro stato, religione contro religione, ha dato vita ad un mondo giocato a due nel quale “ciascuno difende i propri interessi”. Ma chi “difenderà i pesci, muti come carpe, ma che nutrono un povero su quattro? L’aria e l’acqua, senza bocca né lingua, chi parlerà in loro nome? Chi rappresenterà la terra…?
In questo gioco a due entra il terzo protagonista: la biogea. Il gioco si fa a tre. Chi rappresenterà la biogea? Il ruolo del sapere, della conoscenza, della scienza, degli scienziati, i quali dovranno giurare un nuovo “giuramento di Ippocrate”, un impegno a parlare in nome della Biogea che comunque zitta non sta.

Questo libro di Michel Serres è uno di quei libri che illumina il cammino, che indica una direzione, che scandaglia una possibilità, che apre l’uomo ad una nuovo essere al mondo, “con il mondo” aggiungiamo noi. La filosofia è ricerca del senso!
Un libro denso e intenso che consigliamo a tutti i nostri lettori.

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