lunedì 19 luglio 2010

Regione Lazio: una Giunta “non dichiarata”

Sul sito istituzionale della Regione Lazio, nella home e in quasi tutte le altre pagine, campeggia la scritta “trasparenza totale” con il familiare simbolo di una lente di ingrandimento. Che bello, pensiamo, e ci addentriamo dentro i componenti della Giunta. Lì continua il martellamento della “trasparenza totale”, ma a ben guardare si rimane sconcertati: quasi tutti i componenti della Giunta, il fior fiore degli assessori scelti uno per uno dalla presidente Polverini, ha recapiti telefonici, fax, mail “n. d.”,criptico modo per dire “non dichiarati”.

Insomma, la trasparenza è effettivamente totale, lo scrivono proprio che non vogliono essere disturbati. Sono a disposizione dei cittadini, a patto che questi, ultimi in tutti i sensi, se la sbrighino loro a cercare un recapito, un fax, un indirizzo mail.
Non va meglio se si vuole aggirare l’ostacolo contando sulla nutrita schiera dei componenti delle segreterie degli assessori. Pure loro hanno quasi sempre recapiti a “trasparenza zero”, insomma segreti o semplicemente non detti, che per un cittadino poi è la stessa cosa.
Andiamo a guardare chi sono questi campioncini delle relazioni pubbliche e scopriamo le dovute eccezioni. C’è addirittura chi ha riempito lo spazio per il proprio curriculum. C’è un assessore che vanta tre lauree tre. Accidenti, pensiamo. Leggiamo meglio e scopriamo che l’assessore al Turismo e Marketing del 'Made in Lazio' (a proposito, chi ha mai sentito parlare del made in Lazio?) Stefano Zappalà può vantare un “corso basico in ardimento”, di quando evidentemente, più o meno a metà del secolo scorso, intraprese la carriera militare. Anche l’assessore alla Cultura, la giovane Fabiana Santini, espone il suo curriculum. Tra le esperienze vantate quella di aver lavorato nella segreteria particolare dell'allora ministro dell'Interno Claudio Scajola. Accidenti pensiamo, ma era proprio lei, la collaboratrice del periodo della donazione di case ricevute all’insaputa del ministro? Forse non è un elemento così lusinghiero, ma forse, e al contrario, invece è proprio quello che considera un punto di forza.
Di altri curricula non si hanno tracce, tranne un paio di incolori resoconti di percorsi dentro partiti e sindacati. Forse i nostri assessori li omettono perché non hanno avuto tempo di vergare nero su bianco le loro indubbie notevoli esperienze professionali, se sono arrivati fin lì, oppure perché non tutti si sentono di competere con i corsi di ardimento del loro blasonato collega.
A tentare di rassicurarci, le loro foto con la bonaria postura cogitante dei volti, gli ubertosi revers delle giacche blu d’ordinanza e la fantasia estensiva dei nomi degli assessorati. Ma forse non basta.

Nessun commento:

Posta un commento

home      e-mail      rss