venerdì 4 giugno 2010

Il Caffè dei Castelli n. 195 giugno 2010 - Inceneritore, emergenza e documenti fantasma

Pubblichiamo volentieri un articolo del periodico “Il Caffè dei Castelli Romani” a firma di Davide Scarinci. L’articolo sottolinea le ambiguità che emergono intorno alla vicenda dell’inceneritore previsto nei Castelli in località Roncigliano presso Albano, dove si intrecciano interessi di varia natura, consacrati più ai profitti che pochissimi possono ottenere, piuttosto che alla salute e agli interessi reali dei cittadini. E come al solito la politica, quella con la “p” minuscola, favorisce queste operazioni economiche antiecologiche e insostenibili per l’ambiente e la salute. È un argomento questo sul quale torneremo ad informare i lettori di picchioverde.

Sembra ormai imminente l’apertura del cantiere dell’inceneritore, almeno stando ai documenti che ha in mano Il Caffè: è ormai compiuto l’iter della DIA, dichiarazione di inizio attività che dà il via ai lavori. Mentre la Pontina Ambiente, società che già gestisce la discarica nell’area dove Ama, Acea e gruppo Cerroni vogliono realizzare l’inceneritore, ha stanziato 12 milioni di euro per lavori “di movimento terra”. Eppure i documenti mostrano un quadro tutt’altro che chiaro, in cui strane vicende della discarica getterebbero gravi ombre sul megaforno per bruciare l’immondizia.
L’ingegnere Fabio Ermolli dell’Arpa Lazio in un documento del 6 maggio scorso spiega che “ad oggi lo scrivente è in attesa dei documenti richiesti in seguito al sopralluogo del 16 dicembre 2009”. Il documento “fantasma” è la perizia giurata che aveva richiesto alla Pontina Ambiente come atto che garantisse sulla reale altezza delle quote degli invasi. Cioè che i cumuli di immondizia rispettino le regole. Perizia che la Pontina Ambiente, per iscritto, si era impegnata ad inviare entro 10 giorni da quel 16 dicembre. Il tecnico informa che la Pontina Ambiente ha inviato il documento al Dipartimento Territorio della Regione Lazio, anche lì con oltre 150 giorni di ritardo. Perché così tardi? Ma non sarebbe stato reso pubblico. Perché non rendere nota la perizia? Le altezze degli invasi rispettano effettivamente i limiti?
Il Caffè ha tentato più volte di contattare per un’intervista responsabili della ditta che gestisce la discarica di Roncigliano, ma, a due mesi di distanza, non abbiamo ottenuto nessuna risposta. In questo groviglio di carte, ritardi e perizie fantasma, i cittadini sospettano eventuali reati ed hanno inviato vari esposti alla Procura della Repubblica (vedi Il Caffè dei Castelli 191 su www.ilcaffe.tv): il mistero sembra infittirsi ancor di più.
Un decreto firmato nel maggio 2003 da Marco Verzaschi, Assessore Regionale all’Ambiente della Giunta Storace, autorizzava in via straordinaria l’apertura del sesto invaso di Roncigliano. L’ampliamento della discarica era la risposta allo “stato di emergenza del settore (…) dei rifiuti nel territorio della città di Roma e Provincia” prorogato sino al 31 dicembre 2003, che aveva portato, dice il documento, ad “una crisi socio-economica ambientale nel settore dei rifiuti”. Ma l’autorizzazione aveva validità non oltre cinque anni, cioè il secondo lotto del sesto invaso doveva essere chiuso entro il 26 maggio 2008. Peccato che ne siano passati già sette di anni… le autorità se ne saranno dimenticate? Faranno un altro decreto straordinario di urgenza? “Sono dati allarmanti, emerge una situazione folle: il sesto invaso da due anni è aperto oltre il limite ed ha superato, secondo i nostri studi, la quota di legge. È paradossale. Auspichiamo che Procura e Autorità competenti portino avanti le indagini e facciano luce”, afferma Daniele Castri referente legale dei No Inc.
Davide Scarinci

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