sabato 26 giugno 2010

Vivaro: il Comune di Rocca di Papa avalla pericolose trasformazioni del territorio

L’articolo del “Piccolo Segno” sul pericolo cementificazione al Vivaro suscita allarme e preoccupazione. Evidenzia le gravi responsabilità della politica in ordine alla gestione del territorio e alla incapacità nel considerare le conseguenze delle scelte di oggi per il futuro.

I fatti sono incontestabili. C’è un Piano Regolatore vigente che dice sostanzialmente che al Vivaro non si può costruire. Il lotto minimo è estesissimo, l’indice di fabbricabilità è prossimo allo zero. Perché non si può costruire? Perché il Vivaro è una delle valli più importanti dal punto di vista ambientale, paesaggistico e di biodiversità dell’intero comprensorio dei Colli Albani; perché è uno dei posti più belli e suggestivi non solo dei Castelli Romani ma d’Italia; perché una parte consistente di questo è un S.I.C. (Sito di Importanza Comunitaria); perché è inserito all’interno dei confini di un’area protetta: il Parco Regionale dei Castelli Romani, organo preposto per legge alla tutela ambientale.

La legge dice che i P.U.A. (Piani di Utilizzazione Agricola), possono prevedere l’esecuzione di opere edilizie anche nelle aree inedificabili in deroga alle previsioni di Piano Regolatore Generale. Data la delicatezza della materia, i P.U.A. devono essere approvati con delibera di Consiglio Comunale, e così è stato per questo del Vivaro, approvato dal Consiglio Comunale di Rocca di Papa con una delibera nello scorso febbraio.

Questo atto deliberativo implica conseguenze rilevanti. Sancisce la possibilità di edificare manufatti per presunti servizi agricoli, che di fatto trasformano una vallata meravigliosa, da area verde a qualcosa di altro la cui compatibilità è tutta da verificare. Il tutto in nome di uno “sviluppo” che si attesta come necessario e che invece è più simile a un buon affare per qualcuno a danno di tutti. In nome dello “sviluppo”, spesso condito dell’aggettivo “sostenibile”, si commettono le peggiori nefandezze. Dietro questa parola taumaturgica si giustificano abusi, compromissioni irreversibili del paesaggio e degli ecosistemi, si depauperano risorse naturali.

La decisione del Comune di Rocca di Papa crea un precedente grave. Il rischio è che dopo questo PUA ne arrivi un altro, e poi un altro ancora. Fra qualche decina d’anni le destinazioni d’uso potrebbero essere trasformate in residenziali e avremo delle belle villette con giardino, sicuramente “immerse nel verde” sempre, però, più rarefatto. Le responsabilità sono pesantissime. Si è trovato un grimaldello per fare il contrario di quanto stabilito dal PRG.

Questo il quadro presumibile. I nostri politici lo hanno valutato? I consiglieri comunali di Rocca di Papa ne hanno considerato dovutamente le conseguenze?
Le scelte di oggi hanno effetti sul domani, e quando si prendono decisioni così importanti e delicate bisognerebbe mostrare attenzione e capacità di pre-visione, cioè perizia nel valutare la qualità dei cambiamenti che si mettono in atto. In sostanza dove si va a parare!

Ora per quanto riguarda il comportamento dei nostri politici le cose sono due:
o c’è una certa dabbenaggine riguardo le conseguenze delle decisioni che si vanno a prendere, o c’è una qualche contiguità agli interessi mercantili che si vanno a garantire. In ogni caso non stiamo messi per niente bene. I cittadini, siamo certi, sapranno riflettere e alle prossime elezioni potranno far pesare il loro punto di vista.

La parola, per fortuna, ora spetta al Parco, ultimo baluardo di difesa ambientale. Auspichiamo, da parte dell’Ente di tutela, un chiaro e incontrovertibile no!

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