sabato 19 giugno 2010

Una regione senza governo: quando l’ecologia della politica è fatta solo di parole

A tre mesi dalle elezioni regionali di marzo, nel Lazio siamo senza governo. La presidente Polverini non ha ancora assegnato le deleghe agli assessori, che sono assessori solo in virtù di annunci. Le loro nomine hanno solo un valore giornalistico, ma non possono firmare nulla, non hanno responsabilità politiche, né tantomeno amministrative. Il Consiglio Regionale, nei quasi tre mesi che ci dividono dalle elezioni, si è riunito un paio di volte. Nonostante la grave crisi che caratterizza specialmente la nostra regione, la macchina amministrativa è ancora ferma.

Immota ed indifferente, la politica regionale sembra tutta ripiegata su se stessa, intenta a decidere se e quanti dovranno essere gli ulteriori assessori dell’Udc. I coraggiosi proclami di Polverini, di non sottostare ai diktat della politica, sono quasi subito apparsi temerari e poi sono diventati acqua fresca, parole al vento, rituali e vuote dichiarazioni contraddette dalla più ossequiosa sudditanza alle minute esigenze delle sottocorrenti delle singole segreterie dei partiti della maggioranza.

Così, dopo un defatigante, e misterioso per i più, tira e molla con l’Udc ora abbiamo due nuovi assessori, due inossidabili grimpeur scelti per le loro arcinote competenze per le materie di cui si dovranno occupare, che saranno loro rese note con comodo. Restano ignoti coloro che saranno cacciati dalla Giunta attuale regionale (di carta) per fargli posto.

Trasparenza? Rispetto delle regole? Assunzione di responsabilità? Tempestività nell’affrontare i problemi? Criteri di competenza nella scelta degli assessori? Coniugazione degli obiettivi declamati in campagna elettorale? Niente di tutto questo traspare dai comportamenti della Giunta Regionale, che a tre mesi dalle elezioni – è bene ripeterlo – è formata esclusivamente dalla presidente Polverini che riassume in sé tutte le materie non delegate, ossia tutte, dicasi tutte, le competenze regionali. Una specie di superman, in balia però dei partiti del centro destra.

Quando finalmente si saranno sedimentati gli ultimi appetiti e una squadra di assessori potrà sedere sulle poltrone di lavoro, potremo eventualmente analizzare e forse criticare il loro operato. Per ora possiamo solo dire che non esistono.
Una riprova, piccola e divertente, è scritta nel sito della Regione Lazio, dove i link dei singoli assessori rinviano a segreterie, numeri di telefono, fax, mail tutte “n.d.”, ovvero non dichiarate, perché nessuno sa dove siano, da chi saranno composte a quale linea telefonica potranno rispondere.

In tutto questo l’opposizione che fa? È anch’essa appisolata, in attesa di capire quante saranno le presidenze di commissione che gli saranno assegnate, o ha preferito un anticipo di vacanze e poi se ne parla a settembre? Forse un po’ l’uno e un po’ l’altro. Tertium non datur.

Tra le poche cose certe, nel Lazio saranno tagliati alcuni migliaia di posti letto, chiusi alcuni ospedali, aumentate le tasse regionali: ma Polverini in campagna elettorale non aveva detto esattamente il contrario?

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