mercoledì 24 novembre 2010

Italia: storia di un territorio violato


Paolo Berdini, ingegnere esperto in pianificazione urbanistica, collaboratore di diverse testate giornalistiche e progettista incaricato del Piano di Assetto adottato dal Parco Regionale dei Castelli Romani, ha pubblicato per Donzelli editore un interessante saggio dal titolo: “Breve storia dell’abuso edilizio in Italia. Dal ventennio fascista al prossimo futuro”. Una accurata e impietosa analisi dello stupro del territorio iniziato nei primi decenni del novecento e tutt’ora in corso nel nostro Belpaese.
Un libro denso di dati esaustivi che illuminano sulle dimensioni non solo del fenomeno dell’abusivismo ma più in generale sulla (non)gestione del territorio in Italia.

Da questa denuncia emerge la straordinaria incapacità, naturalmente una incapacità voluta, della classe politica di questo paese, di attuare politiche abitative efficaci stabilendo un quadro di normazione giuridica e di legalità democratica certa. Al contrario quello che emerge dall’analisi di Berdini è proprio l’ab-norme, vale a dire l’assenza di regole che sottende alla sottocultura dell’indulgenza e del condono. Afferma in questo senso Paolo Berdini: L'abusivismo poteva essere contenuto e sconfitto. Il suo trionfo non è dunque riconducibile a una predisposizione alla trasgressione del popolo italiano, come si sente dire spesso. E' piuttosto la conseguenza della latitanza delle amministrazioni dello Stato nell'esercizio del proprio ruolo di indirizzo e direzione.

Ben tre sono stati, fino ad oggi, i condoni governativi: nel 1985 il governo Craxi, nel 1994 il primo governo Berlusconi, nel 2003 ancora con Berlusconi. Dal 1948 ad oggi sono stati compiuti 4.600.000 abusi; 74.200 abusi l’anno; 203 abusi al giorno. Questi alcuni tra i dati più significativi che ci danno la ragione del disastro nelle nostre città e nelle nostre campagne, in modo evidente e particolare del centro e del sud.

Un libro che fa arrabbiare, un libro utile come strumento di consapevolezza e come richiamo alle responsabilità della politica che deve trovare finalmente le ragioni e il senso di un compito alto, insomma una politica capace di trasformarsi in PolEtica.

1 commento:

  1. non sono d'accordo con berdini quando dice "E' piuttosto la conseguenza della latitanza delle amministrazioni dello Stato nell'esercizio del proprio ruolo di indirizzo e direzione." io, invece, credo che le evidenze di fatto e le inchieste giudiziarie possano a buon diritto farci ormai concludere che,non di latitanza si tratti,ma peggio, di vera e propria strategia collusiva, se non complicita' criminale "mafiosa", nell'uso di strumenti amministrativi e urbanistici per incrementare valori di aree urbane, per cambiare destinazioni d'uso, per creare insomma illeciti profitti ai danni del territorio e dei cittadini. io credo che se non si riuscura' a rompere questa connection tra politici-amministratori, costruttori e criminalita' organizzata non si andrà mai al nocciolo della questione..e mi chiedo come sara' mai possibile stroncare una simile politica che non crea ma distrugge ricchezza, che non soddisfa le esigenze della popolazione ma solo dei costruttori, che crea valore aggiunto solo per loro e per chi riceve le mazzette? e' un sistema che si autoalimenta..come pensate che amministratori e politici si giochino contro?guardate la questione della riduzione dei parlamentari o delle province, o la riduzione degli stipendi degli stessi..fa' anche questo parte di un sistema delinquenziale a danno della comunita'..io sto perdendo le speranze che si riesca a disinnescarlo
    grazie per l'attenzione e ciao
    viviana

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