lunedì 7 marzo 2011

Castelli Romani. Comitato per la difesa del Parco

COMUNICATO STAMPA DEL 7/03/2011

GIÙ LE MANI DAL PARCO!
Partono le azioni per fermare il degrado del territorio e per difendere il Parco
dei Castelli Romani.
A seguito del commissariamento del Parco dei Castelli Romani e della riduzione dei fondi per la protezione del territorio e per la gestione dei Parchi da parte della Regione Lazio, le associazioni ecologiste e culturali del territorio dei Castelli Romani hanno costituito il Comitato per il Parco dei Castelli Romani.
Il Comitato organizzerà numerose iniziative nei prossimi mesi, la prima delle quali riguarda una raccolta firma tra gli abitanti dei Castelli Romani per richiedere agli amministratori pubblici:
1. Opzione zero dell’edilizia residenziale
2. Mantenimento dell’attuale perimetrazione del parco
3. Approvazione da parte della regione del piano di assetto del parco
4. Approvazione del decreto di nomina dei rappresentanti del consiglio direttivo del parco.

La crescita esponenziale di residenze abitative ha portato gli abitanti dei Castelli Romani a circa 400.000 persone (dati 2008). Una crescita demografica assolutamente anomala e unica in Italia che ne fa la seconda area urbanizzata del Lazio e la undicesima in Italia. La domanda di servizi di questi nuovi abitanti dei Castelli Romani ha determinato situazioni di assoluta emergenza ambientale.
Il sovrasfruttamento delle risorse idriche ha fatto sì che l’acqua, oltre a diventare insufficiente, sia anche inquinata da arsenico, manganese e fluoruri, visto che ormai è necessario scavare i pozzi sino a 400 metri. Il livello delle acque del lago Albano è sceso di oltre 6 metri e continua a scendere ad un ritmo di 30 cm/anno. L’eccessivo traffico veicolare crea seri problemi alla vivibilità delle città, come l’inquinamento da polveri sottili, quello da rumore, l'inagibilità dello spazi urbani e lo stress degli automobilisti che impiegano ore per recarsi al lavoro o per trovare un parcheggio libero. La sovrapproduzione di rifiuti urbani ha saturato le discariche creando la minaccia della costruzione di inceneritori e il progressivo inquinamento del suolo e della falda idrica. Altra emergenza è lo stato di degrado di alcuni centri storici e di aree archeologiche di alto pregio.
Noi riteniamo che occorre fare qualcosa per fermare questa deriva. È urgente porre fine ad una gestione territoriale basata pressoché esclusivamente su un asfissiante “sviluppo edilizio” e quindi, oltre a invitare le associazioni ambientali e culturali ad aderire al comitato, invitiamo tutte le persone che hanno a cuore la salvaguardia dell’ambiente dei Castelli Romani a firmare la petizione.
Allo stato di degrado ambientale contribuiscono piccoli e grandi scempi come la costruzione nata a pochi passi dalla Zona Umida della Doganella o ai palazzoni intorno al lago Albano. E’ un danno immenso agli ecosistemi dei Castelli Romani già così degradati dalla forte urbanizzazione e dai danni causati dall’inquinamento. Le aree naturali da proteggere sono, ad esempio, l’area della Doganella che è stata inserita, insieme all’adiacente bosco del Cerquone, nella lista europea dei
siti naturali di importanza comunitaria grazie alle specie animali e vegetali presenti.
Altri habitat naturalistici sono in pericolo come le famose Piagge di Nemi e il Vallone tempesta, il Monte Artemisio, il Bosco del Cerquone, i campi di Annibale, gli scopiglieti dei pratoni del Vivaro, il lago Albano e quello di Nemi. Tutto questo patrimonio è inserito nel perimetro del Parco Regionale dei Castelli Romani e in questi anni solo la legge istitutiva del Parco e la sua perimetrazione ha impedito la cementificazione del cuore verde dei Castelli Romani, dove sono ancora presenti animali e piante preziose che, con il loro ciclo vitale, difendono il suolo e le falde idriche così provate dallo sfruttamento dell’ambiente.

Per informazioni: comitatocastelliromani@gmail.com

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