sabato 5 febbraio 2011

Il suolo minacciato

Non sappiamo quanti hanno avuto modo di visionare il film-documentario che abbiamo inserito qualche giorno fa sul blog “Il suolo minacciato” di Nicola Dall’Olio.
Pur presentando immagini relative alla pianura padana, i ragionamenti, le considerazioni, le riflessioni che si svolgono, hanno una valenza generale. Il racconto è saggio, autorevole, appassionato; e di grande interesse.
Ormai chi ci segue conosce il nostro punto di vista, il tasto sul quale ci interessa insistere: la difesa dell’integrità del territorio, del suolo, del paesaggio e di conseguenza della cultura che lo permea. Parte tutto da qui. I problemi della salute, degli inceneritori, dell’acqua all’arsenico, del traffico caotico, in una parola la qualità della nostra vita, concretamente qui, nei Castelli Romani (ma non solo) partono tutti dall’aggressione che da decenni, senza soste, continuiamo a perpetrare sul nostro territorio, scambiando tutto ciò come “sviluppo” e “benessere”. Siamo convinti che se come cittadini non diventiamo consapevoli di quanto sia prezioso il nostro territorio e di quanto sia importante difenderlo in prima persona facendo qualcosa, il futuro prossimo e soprattutto quello dei nostri figli sarà segnato.
Abbiamo voluto estrapolare alcune riflessione che l’urbanista Edoardo Salzano ha fatto e che sono contenute nel filmato “Il suolo minacciato”. Parlano una lingua che capiamo, dicono cose che condividiamo. Ve le proponiamo.

Bisogna far rinascere il pensiero critico che si è spento. Le persone accettano le cose come inevitabili, come sempre esistite. Non è così! La storia non è già scritta, la storia la scriviamo noi. La storia che conosciamo è l’unica delle storie che è avvenuta, ma non è l’unica che era possibile. E così oggi noi dobbiamo sapere che possiamo cambiare le cose, ma prima di cambiarle dobbiamo capire che cosa le cose sono, perché succedono, dopodichè bisogna lavorare come cittadini. Chi decide l’uso del territorio, secondo la legge, sono i Comuni, è il Sindaco, è il Consiglio Comunale, è la Giunta, quindi sono i cittadini in ultima istanza, sono loro che eleggono i loro rappresentanti. Ora benché la democrazia sia in crisi, sia una democrazia largamente imperfetta quella in cui viviamo, i suoi strumenti vanno usati assolutamente e bisogna incalzare i Sindaci, i Consigli Comunali; spingerli a fare degli strumenti urbanistici, dei Piani urbanistici seri, che risparmino suolo che consentano di costruire solo là dove è strettamente necessario per esigenze sociali dimostrate, argomentate, documentate.
Perché in Francia, in Inghilterra, in Germania le cose, anche per quanto riguarda la pianificazione e il controllo del territorio, funzionano meglio? Perché si pongono il problema di controllare lo sprawl (rapida e disordinata crescita urbana) e riescono effettivamente a controllarlo, a contenerlo, a eliminarlo? Perché c’è un’amministrazione pubblica autorevole, efficiente, devota agli interessi collettivi.
Il problema va aggredito da molti punti di vista. Gli strumenti disponibili sono molti, perché negli anni ’60 e ’70 gli strumenti si sono costruiti. Quindi le carte per un uso saggio del territorio ci sono. La pianificazione urbanistica è una cosa che tutti i comuni sono obbligati a fare. Possono farla bene o possono farla male, questo dipende dai cittadini, dalle indicazioni, da quello che chiedono, dai desideri che esprimono. Se esprimono il desiderio di “rotonde”, se esprimono il desiderio di nuovi centri commerciali, i centri commerciali verranno. Se chiedono di discutere il bilancio comunale, di vedere quali sono le spese e di vedere quello che è necessario, allora si comincia a ragionare.
La cosa essenziale secondo me, è amare la terra. La terra vergine è un bene. La terra cosi com’è, la terra lavorata dal verme che la rende permeabile, la terra elemento del ciclo del quale noi stessi siamo parte, in assenza del quale noi saremmo scomparsi (e noi scompariremo come umanità se questo modo di procedere va avanti), beh la terra in sé, la terra libera, la terra non utilizzata è un bene prezioso e dobbiamo imparare ad amarla.

Aggiungiamo qualche dato.
- Dal 1956 al 2001 la superficie urbanizzata del nostro paese è aumentata del 500%.
- Ogni giorno in Italia vengono cementificati 161 ettari di suolo.
- Dal 1995 al 2006 il consumo di suolo ha raggiunto la cifra record di 750.000 ettari, poco meno della superficie dell’Umbria.
- Per quanto riguarda poi la superficie agricola utilizzata (SAU) tra il 1990 e il 2005 questa si è ridotta di 3 milioni e 663 mila ettari, un’area più vasta della somma di Lazio e Abruzzo.

1 commento:

  1. dovrebbero far girare questo video in tutte le scuole italiane e non solo

    RispondiElimina

home      e-mail      rss