mercoledì 19 maggio 2010

Nessuno dice tante balle come il cacciatore a valle

Le balle raccontate dai cacciatori sono cosa nota dalla notte dei tempi. Il proverbio sopra riportato ne testimonia la popolarità. I cacciatori amano sostenere, e qualche volta sulla stampa locale se ne è letto qualche esempio, che loro sono i “veri ambientalisti”, che solo loro “amano la natura”. Ora come si faccia a sostenere di amare la natura e poi avere il cuore di sparare ad una beccaccia (o a qualche altro uccellino più piccolo) che dopo migliaia di chilometri di migrazione è stremata dalla fatica, beh questo lo devono proprio spiegare! La caccia non è e non potrà mai significare “amore per la natura”; nella società attuale rimane un rito crudele e incivile permesso ad una esigua minoranza.

Nei Castelli Romani questa minoranza rumorosa è usata come testa di ariete dai sapienti palazzinari per far richiedere loro il restringimento dei confini del Parco, con l’appoggio di qualche politico compiacente. Ma dietro a questa richiesta, urlata dai cacciatori, si nasconde il vero motivo per il quale si vuole restringere il Parco che è quello di sottrarre boschi alla tutela per poterli trasformare successivamente, senza il controllo del Parco, in villette con giardino.
Cari cacciatori credete davvero che vogliano restringere il Parco per consentirvi a voi di andare a caccia?
Pubblichiamo di seguito alcune tabelle di uno studio dell’IP.S.O.S., (una delle più importanti società che realizzano sondaggi) che dimostra quanto poco contino, anche in termini di voti, gli amanti della caccia, nella speranza che la politica curi di più gli interessi di una corposa maggioranza silenziosa, piuttosto che quelli di una minoranza molto rumorosa.



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