venerdì 14 maggio 2010

I Castelli Romani: un patrimonio da difendere


I Castelli Romani sono un’area di 42.000 ettari di estensione; il territorio di 16 comuni ( Albano Laziale, Ariccia, Castel Gandolfo, Colonna, Frascati, Genzano di Roma, Grottaferrata, Lanuvio, Lariano, Marino, Monte Compatri, Monte Porzio, Nemi, Rocca di Papa, Rocca Priora, Velletri) attestati sulle colline di un antico distretto vulcanico geologicamente molto recente. Il cuore di quest’area, 15.000 ettari, custodisce gli elementi di pregio: boschi, laghi, prati, parte delle aree agricole, importanti siti archeologici, centri storici con un patrimonio storico e culturale tra i più pregevoli del territorio nazionale, tanto che per tutelare questo “cuore” è stata istituita un’area protetta.

Oggi i Castelli Romani contano qualcosa come 300.000 abitanti e i sedici comuni si presentano come un’estesa conurbazione che ne fanno la seconda area urbanizzata del Lazio e la undicesima in Italia. Una vera area metropolitana.
La saldatura dei centri esistenti rischia di far perdere la loro identità storica. Il paesaggio antico lascia ancora tracce nei brani e nei reperti sopravvissuti ma non è più leggibile nella sua integrità a meno di sforzi interpretativi.
I Castelli oggi sono un organismo obeso e quando un organismo è appesantito anche il “cuore” è a rischio.

Facciamo parlare i dati
Lo sviluppo edilizio esasperato è stato particolarmente forte nel ventennio tra il 1960 e il 1980 quando si costruiscono il 59% delle abitazioni dei Castelli censite come occupate nel 1981.
Le analisi della variazione del numero delle abitazioni evidenziano come dal 1981 al 2001 il numero delle abitazioni esistenti è aumentato di circa un terzo con un totale di nuove abitazioni di circa 28.000 unità. Considerando il perimetro del Parco Regionale dei Castelli Romani, quello che abbiamo chiamato il “cuore”, le aree urbanizzate nel 1950 occupavano 43,5 ettari; nel 2005 hanno raggiunto i 3.246 ettari (calcolo effettuato sulla foto satellitare Google 2005); ai soli centri di impianto storico si sono aggiunti estesi quartieri residenziali. Questa forte crescita delle abitazioni mette in evidenza forti criticità e fenomeni di degrado legato allo smisurato disordine degli insediamenti, alla realizzazione di periferie, all’urbanizzazione della campagna.
Per quanto riguarda la popolazione residente nel 1984 era di 222.742 abitanti; alla fine del 2007 gli abitanti sono 294.513 con un incremento del 32%; nello stesso tempo la popolazione di Roma diminuisce del 5%.
Per quanto riguarda i trasporti, i mezzi pubblici sono saturi e insufficienti rispetto alle esigenze; tra il 2002 e il 2004, malgrado l’aumento di popolazione, i mezzi pubblici sono diminuiti, mentre nello stesso periodo il totale dei veicoli circolanti nei Castelli Romani è aumentato del 4% mentre nella Provincia di Roma è aumentato meno dell’1% e nel Comune di Roma è diminuito del 3%. Ben 7 comuni sui 16 del territorio dei Castelli Romani sono in cima alla graduatoria riguardante la densità di autovetture nei comuni del Lazio. Questa è una delle criticità dell’area e del resto appare evidente a chiunque si trovi a transitarvi negli orari di ingresso e uscita dal lavoro.
Nello specifico le criticità attuali del territorio dei Castelli Romani riguardano: il sovra sfruttamento delle risorse idriche e l’inadeguatezza dei sistemi di depurazione delle acque reflue; l’eccessivo traffico veicolare; la difficoltà di smaltimento dei rifiuti urbani; la perdita di interesse verso le attività agricole; la difficoltà di controllare adeguatamente tutto il territorio al fine di prevenire gli abusi più vari (edilizi, scarico rifiuti speciali, attività venatoria ecc.).

Quali prospettive
Questo lo stato di fatto, il presente. E il futuro? Che futuro attende i Castelli Romani?
È del tutto evidente che è stato superato ogni limite di sfruttamento del territorio. Si può continuare oltre? Lo sviluppo basato sull’edificazione sottrae spazi, umilia il territorio, crea problemi di gestione infiniti e costosissimi, depaupera risorse, crea disagio sociale e perdita identità; per esprimerlo in un concetto, è uno sviluppo “insostenibile” e “non rinnovabile” perché tutto ha un limite anche il territorio. E una volta “finito” il territorio finisce lo sviluppo. Con quali risultati, con quale qualità della vita dei cittadini?

Le responsabilità della politica
La politica locale è debole, troppo spesso succube degli interessi immobiliari. Le Amministrazioni comunali sono appiattite sui problemi di casa loro. Manca una visione di sistema, un progetto, un’idea di pianificazione e gestione territoriale di area vasta. Esistono dei piani di valenza sovra comunale tra cui uno dei più incisivi è il Piano di Assetto del Parco, il quale siccome mette bocca sulle aree comunali è in genere inviso ai Sindaci e alla politica con la “p” minuscola. Ci vorrebbe una Politica di profilo alto.

Un'idea diversa
Noi pensiamo che la gestione territoriale dei Castelli Romani su tutte le questioni strategiche debba essere una. Il superamento dei localismi e il passaggio a forme di gestione territoriale di sistema, democratiche e partecipate, sono un passo obbligato per attuare un nuovo “sviluppo” incentrato su un’economia capace di autorigenerarsi, “rinnovabile”, con un ritorno economico per cui il PIL locale rimane invariato ma cambiano i percettori del reddito, per esempio da pochi costruttori a tanti operatori turistici, un modo per dare lavoro a una schiera più ampia di giovani intraprendenti. La ricchezza dei valori storico ambientali viene messa a reddito senza depauperarli.

Ai temi accennati è dedicato questo sito e anche a questioni meno generali. Il contributo di chi è interessato è benvenuto.

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