giovedì 30 dicembre 2010

L'Ecologia al governo: una scelta possibile oltre che necessaria


Certo che osservare il balletto della politica in questo paese è veramente deprimente. È impossibile assistere a qualsivoglia ragionamento che coinvolga progetti ideali, visioni culturali che possano declinare scelte di governo conseguenti. La politica strillata la fa da padrona e sembra una missione impossibile riuscire a bucare il muro di una comunicazione tanto rumorosa quanto improduttiva.
La politica è ormai divenuta solo immagine, persuasione; un ologramma che non ha più la capacità del confronto sulle idee. C'è un dato che più di altri raffigura la stagnazione della condizione presente: si fatica a cogliere le differenze, di idee, di programmi, di proposte tra i diversi attori della politica. La differenza, nel senso più proprio di "diversità", è ricchezza, è l'humus culturale, la visione della società che si vuole costruire.

Il mondo attuale è incastrato in una crisi senza precedenti. Non se ne esce con qualche sotterfugio contabile. Ciò che vediamo sono faglie superficiali. Come scrive Michel Serres, "queste tracce e questi segni rivelano e nascondono una faglia gigante al livello degli strati bassi, che si muovono lentamente e d’un tratto si rompono negli abissi tettonici, invisibili. E lì giace la causa profonda di tutti questi movimenti".

Per uscirne ci vuole ben altro, intanto una consapevolezza che il mondo così com'è non può andar bene. Il dibattito è aperto, movimenti e pensieri nuovi ci provano a "mettere in campo ragionamenti e idee forti", ma certo la politica, anche quella più attenta, è ancora al palo. Noi proviamo ad introdurre un elemento che potrebbe risultare importante, senza presunzione. C'è un'idea forte sulla quale vale la pena indugiare la lente di un'analisi; riguarda la "questione ecologica". L'ecologia può rappresentare la vera differenza, sotto diversi punti di vista: economico, etico, sociale, culturale. Declinare le scelte sull'ecologia può divenire la vera rivoluzione: Green economy contro l'economia dell'automobile e del nucleare; messa in sicurezza del territorio nazionale e passaggio dal trasporto su gomma a quello su ferro invece delle cosiddette "grandi opere"; ricerca e cultura invece di spese militari; tutela ambientale del territorio come riserva di ossigeno e di biodiversità invece di cementificazione insensata; filiera alimentare corta e rilocalizzazione al posto del mercato globalizzato. In un concetto, Ecologia come scelta di progresso che mettendo al primo posto il "benessere sociale" invece della "tutela del profitto", capovolga le priorità e i paradigmi culturali a quel livello di "profondità" a cui si riferisce Serres.

Per partire dal possibile, si può ipotizzare un programma di governo che preveda misure concrete per portare l'Ecologia al governo? il Gruppo di "Sbilanciamoci", un insieme di 47 associazioni della società civile che hanno realizzato una Campagna di iniziative, siti internet, documentazione, studi e proposte ha presentato lo scorso 10 dicembre a Roma alla presenza di partiti, associazioni ambientali e culturali, una proposta di 10 punti su un possibile governo dell'ecologia. Un documento utile, ricco di misure concrete che parla di cose tangibili per i cittadini e che rappresenta uno sforzo serio nella direzione di una visione ecologica del progresso sociale. Ve lo proponiamo per intero.

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