mercoledì 29 dicembre 2010

Ancora sulle Antenne di Monte Cavo

La Polverini nel Bilancio Regionale dell'anno 2011 approvato il 23 dicembre 2010, ha tolto il finanziamento per la demolizione e trasferimento delle antenne poste sulla vetta di Monte Cavo.
Eravamo giunti molto vicini alla soluzione finale del problema, infatti con la delibera 51 del 18.9.2008, Marrazzo approvò la “... la delocalizzazione dei ripetitori Tv di Rocca di Papa,...” demolendo alcuni tralicci e trasferendone altri a Colle Sterparo (Capranica Prenestina) e Monte Gennaro (Palombara Sabina), finanziando tale intervento.
Purtroppo il 18 gennaio 2009, il governo Berlusconi predispone la mappa di conversione in digitale delle regioni ed in base a questo provvedimento il Lazio entro il 31 dicembre 2009 doveva passare dall'analogico al digitale.

Quindi l'allora vice-ministro Paolo Romani (attuale Ministro alla produttività ex Mediaset) in qualità anche di Sottosegretario per le comunicazioni (della serie 'amo occupato l'Italia), prende carta e penna ed il 3 marzo 2009 scrive una lunga lettera a Marrazzo nella quale tra l'altro scrive ”...si pone con urgenza il problema della localizzazione degli impianti Tv nel territorio della Regione situati nelle due postazioni di Monte Cavo e Monte Mario, le uniche che irradiano i segnali verso Roma e che ospitano la totalità delle emittenti private e pubbliche... La tua delibera 51 del 18 settembre 2008 prevede la soppressione di tali siti sostituendoli con altri, ma tale operazione costringerebbe i cittadini romani a modificare l'orientamento dei sistemi di antenna... A tale problema si aggiunge quello relativo alla prossima transizione alla tecnologia digitale che rende di fatto impossibile pensare a una sostituzione dei siti esistenti con i nuovi inidonei ad accogliere gli impianti trasmittenti in quanto non ancora dotati dei servizi necessari a consentire l'operatività dei trasmettitori...“

Dalla lettera risulta evidente che le problematiche sono due, una relativa al fatto che i poveri cittadini romani dovranno orientare meglio le loro antenne per poter ricevere il segnale (drammatico!), l'altra al fatto che i nuovi siti non sono idonei ad accogliere gli impianti (ma allora che calendarizzazione è stata programmata?)
In ogni caso l'ineffabile Romani al termine della lettera chiede senza mezzi termini a Marrazzo “... di considerare la non applicazione della citata delibera regionale ...”

A questo punto non sono ben chiare le intenzioni di Marrazzo, resta però il fatto che poco dopo scoppia il noto scandalo sessuale che lo porterà alle dimissioni impedendogli la prosecuzione del mandato. Trova però il tempo, il 30 settembre 2009, di rispondere a Paolo Romani in questo modo “Caro Paolo, per permettere al Governo di mantenere il calendario di transizione digitale...questa amministrazione si é messa a disposizione...per superare le problematiche...“
Una capitolazione totale! L'Amministrazione regionale si è messa a disposizione per superare le problematiche! E poco importa se le radiazioni fanno male, e i cittadini ne subiscono le conseguenze, l'importante era non danneggiare il passaggio al digitale!

Delle antenne non si parla più, sino ad un Consiglio Comunale aperto svoltosi l'11 dicembre 2010 nella Sala Consiliare del Comune di Rocca di Papa nel quale sono intervenuti tra l'altro l'Assessore Regionale all'Ambiente Mattei, il Consigliere Regionale Ponzo, il Consigliere Regionale Zaratti, il Sindaco di Castel Gandolfo Colacchi, i rappresentanti dei Comuni di Frascati e Monte Porzio e il Prof Messineo della Asl Rm/h.
Dopo ampia ed articolata discussione nella quale l'Assessore all'Ambiente del Comune di Rocca di Papa Alberto Cardinali ha dichiarato tra l'altro “tutti i circa 120 impianti di trasmissione radiotelevisiva che esistono sul territorio di Rocca di Papa sono abusivui... territorio oltretutto plurivincolato sotto i profili paesistico-ambientali e storico-archeologico”; Ponzo “noi paghiamo il fatto che 36 anni fa, anche in buona fede, si è consentito l'installazione dei tralicci senza avere alcuna conoscenza dei pericoli connessi”; Colacchi “la presenza delle antenne a Monte Cavo lede non solo i cittadini roccheggiani ma tutti i paesi limitrofi”, giungiamo alla chicca di Mattei, che ha dichiarato “Aldilà della mia appartenenza politica (PDL), mi impegnerò per giungere definitivamente alla dismissione delle antenne da Monte Cavo”. Infatti pochi giorni dopo nel Bilancio Regionale spariscono i fondi per la loro demolizione-trasferimento nonostante la dichiarazione pubblica di Mattei.
Come ultima presa in giro, da suddetto Consiglio Comunale è uscita una forte ed autorevole determinazione, e cioè “l'incarico al Prof. Messineo ad effettuare un'indagine epidemiologica che faccia luce sull'entità dell'inquinamento elettromagnetico e sui danni alla salute dei cittadini”.
Come dire, si ricomincia da capo.

Queste notizie non le udirete mai dai TG Nazionali!

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