lunedì 16 agosto 2010

Nominato il Commissario del Parco dei Castelli Romani: un emerito sconosciuto

Il 12 luglio scorso con un articolo dal titolo I parchi del Lazio saranno commissariati. Anticipiamo di qualche settimana quella che ormai è una notizia certa, picchioverde aveva già annunciato il commissariamento dei Parchi del Lazio. Siamo stati facili profeti, semplicemente perché conosciamo la pratica della spartizione delle poltrone, la miseria di accontentare correnti e sottocorrenti, in barba a competenze o regole, per le quali la destra non perde occasione per dimostrare un congenito fastidio.

14 commissari per altrettante aree protette del Lazio, nominati in questo modo, significa una pura e semplice occupazione militare del potere. Sono espressi da partiti che fino a ieri erano contro la tutela del territorio, contro l’ambiente, contro i parchi. Oggi invece prendono posto su quelle stesse poltrone che avevano contestato.

La scelta del commissariamento è la prova provata del fallimento della politica della Regione Lazio, che non è riuscita a nominare i Consigli direttivi (gli organi di governo dei parchi), nei tempi e nei modi dettati dalla legge. Solo se c’è qualche intoppo amministrativo si ricorre all’estrema possibilità dei commissariamenti e per prassi si insedia un alto dirigente della pubblica amministrazione, che possa mantenere una indiscussa terzietà senza costi aggiuntivi, in quanto già dipendente pubblico. La presidente Polverini invece ha scelto di commissariare i parchi senza alcuna ragione amministrativa, ma solo per trovare in via spiccia qualche poltrona per le quarte file dei trombati del suo schieramento. Persone che, essendo esterne alla pubblica amministrazione, costeranno alle casse pubbliche intorno ai 50.000 euro l’anno ciascuna, una spesa che si poteva facilmente evitare. Ma non è solo questo, privilegiando il criterio politico si sono scelte persone che, tranne la furbizia, non hanno competenze specifiche, e che nel migliore dei casi terranno i parchi in naftalina.

Al Parco Regionale dei Castelli Romani è stato designato un certo Matteo Orciuoli. Opaco succedaneo di provincia del prototipo di Arcore (ovvero una fotocopia venuta male di Berlusconi, così capiscono pure coloro di cui parliamo), che come massimo titolo curriculare può vantare di essere l’ultimo degli eletti nelle fila del Pdl del Consiglio Comunale di Albano Laziale. È facile indovinare che lo abbia fortemente voluto l’assessore regionale all’Ambiente Marco Mattei che, come si sa, è stato sindaco di Albano alla guida di uno schieramento di destra, e tanto basta! La sua nomina non è stata lineare, c’è stata battaglia nel centro destra. Alla vigilia delle nomine si sussurravano diversi nomi, il più insistito era Silvestroni, candidato sindaco ad Albano nelle ultime elezioni, sonoramente battuto dal candidato del centro sinistra Marini. Silvestroni era sostenuto dalla componente Pdl che fa capo all’ex An, certamente non meno “antiparco” della componente ex Forza Italia. Tra Mattei e Silvestroni non corre buon sangue e sembra che Mattei c’entri qualcosa anche nella sconfitta di Silvestroni alla carica di Sindaco.

Quale sarà la tattica di Mattei al Parco dei Castelli attraverso il commissario politico Orciuli, da lui voluto? Finora Mattei non si è espresso, ed è meglio non lamentarsi troppo visto quello che potrebbe esternare, considerando quello che ha affermato nella prima riunione della commissione ambiente regionale: “i parchi bloccano lo sviluppo dei comuni”. Significa che secondo lui i Parchi devono stare a cuccia. Niente norme di tutela e niente salvaguardia ambientale. In altre parole la gestione territoriale la fanno i partiti, alla faccia delle leggi sull’ambiente.

Acque, boschi e aree agricole potranno subire un nuovo assalto, lo stesso che ha spesso contraddistinto il saccheggio di questi ultimi decenni. L’assessore Mattei è uno di quelli che chiama tutto questo “sviluppo”, certo, lo condisce anche con l’aggettivo “sostenibile”, ma sostenibile per chi? Per chi ci guadagna quattrini e non per l’ambiente che vede dissipate le sue risorse e soprattutto non per i cittadini che devono pagarne gli altissimi costi sociali.

Per ridare dignità ai parchi, la politica, i partiti, le associazioni, i cittadini, devono chiedere l’applicazione delle leggi che esistono, tornare alla normalità della gestione dei parchi attraverso i Consigli direttivi e fare piazza pulita di commissari-podestà che nulla hanno a che fare con l’ambiente.

4 commenti:

  1. Il commissariamento in passato ha creato una paralisi all'interno del Parco, spero che la stessa cosa non si ripeta.

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  2. Orciuoli sconosciuto?
    E' un amico fraterno di Mattei, che ha ricoperto vari incarichi sia ad Albano che Velletri. Nonostante tali trascorsi non risultano esperienze significative in ambito di tutela ambientale o di promozione turistica.

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  3. andrea....chi vive di speranza, muore disperato...resistere,resistere, resistere!

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  4. stiamo messi proprio bene già il parco dei castelli romanipraticamente è un giardino pubblico...cosi proprio verrà terminato completamente....loro vogliono un giungla di case a asfalto e centri commerciali e negozi....e quando sarà finito lo spazio? che faranno?

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